BORGOMANERO -10-12-2017 - Minacce ed estorsioni
ai danni di titolari di bar e locali pubblici del borgomanerese, cinquantenne della zona a processo con le accuse di estorsione, tentata estorsione e furto; con lui in aula anche la compagna (accusata di concorso in una tentata estorsione) e un’altra coppia, 40 anni lei, 48 lui, chiamati nel medesimo procedimento perché, secondo l’impianto accusatorio, avrebbero cercato di far ritrattare le dichiarazioni rese ai carabinieri dalla “vittima” di una estorsione. Quello della primavera dell’anno scorso era stato un periodo un po’ particolare per cinque persone, tutti titolari di bar o di pizzerie dei dintorni del capoluogo agognino, che, loro malgrado, avevano avuto a che fare con un cinquantenne residente in un paese della zona, in qualche occasione accompagnato da un amico – già uscito di scena con rito abbreviato e condannato per estorsione a 4 anni – e, in una occasione, dalla propria compagna. “Passava nel mio locale una o due volte alla settimana – ha detto il titolare di un locale – E’ sempre stato molto rispettoso, è capitato che mi chiedesse dei soldi, 100 o 200 euro, a volte anche solo 50, perché ne aveva bisogno, per fare dei pagamenti, per cose serie, diceva. Io glieli ho sempre dati ma poi le richieste sono aumentate e la faccenda era diventata più pesante”. Tutta l’indagine era stata portata avanti dai carabinieri di Borgomanero; “Ricevemmo una chiamata dal titolare di un bar di Cureggio – ha detto un carabiniere in aula – Chiedeva il nostro intervento perché nel suo locale c’era un cliente, un uomo, che non si allontanava dal bancone e a causa della sua presenza nel bar non entrava più nessuno”. Sembra infatti che non ci fossero solo richieste di denaro, ma anche consumazioni gratuite. “Non veniva molto spesso nel mio bar – ha raccontato un altro dei gestori – Beveva, a volte pagava, a volte no. Un giorno ha preso anche dei dolciumi esposti e li ha gettati fuori dalla porta, sul marciapiede”. Ma il fatto più grave che gli contesta la Procura quello accaduto una sera in una pizzeria dove si era presentato in compagnia della moglie. “Quella sera ero a lavorare nel locale – ha detto una ragazza che all’epoca faceva la cameriera - Sono entrati lui e la moglie, hanno ordinato una pizza e poi mi hanno chiesto se potevo dire al mio titolare di uscire. Non so come sia iniziata la lite, a un certo punto ho sentito urlare, sono uscita e ho visto che l’uomo e il mio titolare si picchiavano. Poi è arrivato anche suo padre (papà del titolare del locale, ndr) che ha cercato di dividerli e mi ha detto di chiamare i carabinieri. A quel punto l’uomo e la donna se ne sono andati”. Per l’accusa quella sera la coppia si era presentata nel locale per chiedere un favore al titolare e di fronte al rifiuto dell’uomo, lui avrebbe aggredito sia il titolare che il padre di lui giunto in soccorso, mentre la sua compagna, prima di andarsene, avrebbe rivolto ai due frasi dal contenuto minaccioso e intimidatorio. Il processo prosegue a gennaio.


