BORGOMANERO-31-12-2017- Erano stati i
carabinieri di Arona al termine di lunghe e complesse indagini a sgominare una fitta rete di spaccio di droga, cocaina, eroina, hashish e marijuana, che avveniva soprattutto di notte nei boschi del borgomanerese. Quattro le persone, che in una prima tranche dell’operazione nel febbraio del 2016, furono arrestate, tutte di nazionalità marocchina che per un certo periodo avevano abitato in una casa a Borgomanero. Tre di loro hanno scelto il rito abbreviato e sono già usciti di scena nell’estate dell’anno scorso con condanne comprese tra quattro e sette anni; il quarto, ventenne, difeso dall’avvocato Angelo Bianchi del foro di Como, ha scelto invece di essere giudicato con rito ordinario. Numerosi i testi chiamati dall’accusa, per lo più acquirenti che in quel periodo acquistavano droga nei boschi compresi tra Gozzano, Borgomanero, Boca, Cavallirio, Fontaneto d’Agogna, Cavaglio e San Maurizio d’Opaglio; e qualcuno di loro in aula non ha riconosciuto l’imputato come uno dei pusher. “No, non ho idea di chi fossero i fornitori. Avevo un numero di cellulare, quando avevo bisogno di “qualcosa” telefonavo. Io chiamavo “zio” chi mi rispondeva, loro mi chiamavano “dottore”. Non ero un consumatore abituale. Per la consegna ci si accordava sul posto, io mi presentavo, loro uscivano dal bosco, pagavo e me ne andavo. L’imputato? Non mi sembra di conoscerlo anche perché, a parte uno solo che si faceva chiamare Yuri, gli altri uscivano dai boschi con il cappuccio in testa o con un cappello”. “Facevo uso di hashish e eroina – ha detto un altro – La droga la compravo nei boschi di Suno; chiamavo con il cellulare, chiedevo quello di cui avevo bisogno e poi me la portavano fuori dal bosco. Chi mi consegnava la droga era un ragazzo di origine marocchina ma non conosco il suo nome perché tra noi ci si chiamava con appellativi”.


