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BORGOMANERO - 15-01-2018 - Lo aveva denunciato

per maltrattamenti e lesioni raccontando di un matrimonio che improvvisamente era entrato in crisi quando lui aveva iniziato ad avere problemi sul lavoro. E da quel momento, aveva detto la donna, erano iniziate le discussioni nel corso delle quali lui, quarantenne residente nella zona di Borgomanero, la insultava e la minacciava anche di morte; litigi che erano culminati in qualche caso con lesioni. Lui, dal canto suo, si è sempre difeso ammettendo i litigi ma negando fermamente non solo le lesioni, ma anche gli insulti e le umiliazioni. Una situazione familiare a tinte fosche, ribadita in aula anche dalla figlia della coppia. “Alla sera usciva, andava al bar – ha raccontato davanti al giudice - e quando rientrava alticcio insultava mia mamma; l’aveva aggredita anche altre volte, sberle, spintoni e poi insulti. Io non lo vedo da più di un anno, lui per me non è un padre”.  “Non ho mai fatto mancare nulla alla mia famiglia ma lei voleva sempre di più e io, ad un certo punto, non ho potuto più – ha sostenuto in aula  -  Il problema più grosso che c’era tra noi? I soldi. Lei continuava a chiederne. Non l’ho mai insultata, non le ho mai sputato in faccia; può essere che qualche volta nel corso degli anni le abbia rivolto un insulto, ma assolutamente nulla di quello che ha raccontato lei. E anche quando lei si è ferita con i cocci del vetro della porta, non l’avevo sfondato io con un pugno come ha detto lei; era successo che lei dall’esterno spingeva la porta per entrare, io, all’interno, facevo altrettanto per chiuderla fuori; poi a un certo punto lei ha smesso di spingere ed io che ero appoggiato con la mano sul vetro sono precipitato in avanti. Per la rottura del vetro ho riportato una ferita sulla fronte e vari tagli all’avambraccio”. Il pubblico ministero, in chiusura di requisitoria, ha chiesto l’assoluzione per il reato di maltrattamenti e due mesi, con la sospensione, per le lesioni. il legale di parte civile, oltre alla condanna, ha avanzato richiesta di risarcimento danni morali per 25mila euro, il difensore ha invocato l’assoluzione piena e il giudice lo ha assolto, per non aver commesso il fatto in relazione ai maltrattamenti, e perché il fatto non costituisce reato per l’ipotesi d’accusa di lesioni.

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