BORGOMANERO-26-05-18-Aveva continuato ad incassare la pensione del padre per sei anni dopo la sua morte. Per l’uomo, borgomanerese cinquantenne, finito a processo con l’accusa di percezione indebita di erogazioni, il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 8 mesi. Sentenza il prossimo 8 giugno. I soldi venivano versati dall’istituto previdenziale e finivano su un conto corrente, aperto presso una banca di Borgomanero, e cointestato a padre e figlio, sul quale quest’ultimo poteva effettuare operazioni. Un tesoretto, conti alla mano, di poco meno di 100mila euro nell’arco di sei anni del quale l’Inps, dopo le verifiche, aveva chiesto la restituzione. Verifiche che erano scattate dopo la segnalazione degli impiegati della banca che si erano accorti di quei versamenti che un mese dopo l’altro venivano erogati nonostante il titolare degli assegni fosse deceduto da tempo. “Non avevamo ricevuto la comunicazione della morte del titolare della pensione – ha riferito in aula un funzionario dell’ente previdenziale - Quando ne venimmo a conoscenza quantificammo la somma (era titolare di tre assegni, quello di vecchiaia, la reversibilità e di invalidità civile per un ammontare annuo di circa 16mila euro, ndr) e mandammo una raccomandata ma non ricevemmo mai nulla e, successivamente, la banca ci comunicò che i tentativi di recupero avevano avuto esito negativo”. L’Inps in pratica, avvertita dell’errore, aveva avviato le verifiche e, accertato il disguido, aveva chiuso la posizione pensionistica, sospesa l’erogazione dell’assegno e preteso la restituzione di quanto indebitamente percepito dall’aprile del 2006 (l’anziano era deceduto alla fine di marzo) al maggio del 2012, quando a loro era giunta la segnalazione.


