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chef bertinotti

BORGOMANERO - 09-07-2018 - Ottant’anni e

non sentirli! E’ il “modus vivendi” di Piero Bertinotti, chef del ristorante Pinocchio di Borgomanero che, nella serata di venerdì 6 luglio, ha festeggiato, tra ospiti illustri, il critico enogastronomico Edoardo Raspelli, tanto per citare un nome, i suoi primi ottant’anni. Nel giardino attiguo al ristorante, Paola Bertinotti, ha accompagnato gli invitati accanto ad una sagoma di cartone che ritraeva il padre perché non lascia mai i fornelli. Invece Piero ha voluto smentirla intrattenendosi con gli ospiti. Il padre di Piero, Giovanni, aprì un locale per il figlio la cui passione è la cucina, cominciò così la sua ascesa nel mondo della ristorazione. “Se una persona non ama il cibo – ripete in continuazione lo chef  – non riesce a svolgere bene questo mestiere”. Lo dice guardando il nipote, Francesco 16 anni, studente al “Maggia” di Stresa, la scuola alberghiera, anche lui impegnato ai fornelli. La storia di Piero è un crescendo. All’età di 50 anni frequenta uno stage da Gualtiero Marchesi “un mese e mezzo – racconta – da studente con tanta voglia di apprendere”. Poi la grande cucina e i grandi del mondo come commensali da servire: da Bush (alla casa Bianca) ai Presidenti della Repubblica come Ciampi e Napolitano “persone amabili e affabili, con i quali colloquiare era un piacere”. La vita di Piero è semplice, come il piatto che preferisce: la paniscia. Si sveglia al mattino alle sei, lava i pavimenti e prepara gli ingredienti per la giornata. Ricorda che la “cucina italiana è la più buona del mondo” e che “non si smette di imparare”.

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