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supra firmam petram

ORTA SAN GIULIO-17-12-2018 - La pietra nei secoli, segno tangibile della fatica dell’uomo che nasconde poteri in grado di connetterci con il sacro, di fronte al tempo limitato dell’uomo: questo potrebbe essere il riassunto del convegno “Supra Firmam Petram” organizzato dall’associazione storica Cusius sabato, 15 dicembre, al Sacro Monte di Orta San Giulio. Alla presenza di un numeroso pubblico, del sindaco di Orta, Giorgio Angeleri, e del sindaco di Armeno, Pietro Fortis, il pomeriggio culturale, moderato dallo storico e direttore della collana Quaderni Cusiani Lino Cerutti, è entrato nel vivo con l’intervento del primo relatore, don Paolo Milani. Il docente di storia delle Religioni nel suo argomentare ha delineato un excursus tra varie epoche storiche, mirato a mostrare come la roccia simbolo di eterno nelle varie religioni assume un ruolo fondamentale nella ricerca con il sacro dai culti precristiani ai segni litici impressi nei famosi massi coppellati. Si è quindi passati per la pietra nera, venerata dal mondo musulmano per poi giungere, fino ai giorni nostri con alcuni riti, sussunti dal cristianesimo, come nel caso della pietra denominata “ombelico della terra” presente nella chiesa di San Vito a Calimera, Lecce. Fiorella Mattioli Carcano, secondo relatore del convegno, si è soffermata sul collegamento tra luoghi di culto in particolare i sacri monti di Domodossola e di Ghiffa, e la presenza di massi coppellati o ancora la creazione del santuario di Oropa che vede Sant’Eusebio posizionare la famosa madonnina nera proprio sulla pietra, inglobata nel santuario, dove pare si venerasse la dea “Auropa”. Tra gli spunti di riflessione anche la raffigurazione tricefala presso la chiesa di Santa Maria assunta ad Armeno o ancora sempre presso la stessa la presenza della figura della divinità Taranis presente al suo esterno. Gli ultimi due interventi hanno visto dapprima il presidente della Consulta Unesco dei Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, Paolo Mira, che ha ripercorso l’uso della pietra nell’arte dall’architettura, alla scultura, mentre Enrico Rizzi ha incantato il pubblico con la narrazione su come è cambiata la visione della montagna: dalle difficoltà di valicare le alpi di Annibale, fino alle prime imprese degli alpinisti, cercando e ritrovando lo spazio dell’uomo in montagna come ben dimostrato dalle popolazioni Walser.

Samuel Piana

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