
TORINO - 08-07-2020 -- La seconda indagine trimestrale congiunturale del 2020 realizzata da Confartigianato Imprese Piemonte è caratterizzata dalle fortissime preoccupazioni derivanti dall’emergenza Coronavirus.
Per quanto concerne l’andamento occupazionale, il saldo diventa fortemente negativo, precipitando dal 9,02% al – 31,87%; le previsioni di assunzione di apprendisti registrano un saldo negativo di – 42,70%. Gli intervistati che prevedono investimenti per ampliamenti salgono dall’8,98% al 10,44%, mentre le previsioni di investimenti per sostituzioni scendono dal 26,76% al 12,90% e coloro che non hanno programmato investimenti salgono dal 30,15% al 76,66%. Le stime di regolarità negli incassi scendono dal 68,28% al 44,97%; le ipotesi di ritardi crescono dal 20,34% al 54,46%.
Il 92,98% degli intervistati ritiene che la diffusione del Coronavirus abbia avuto un impatto negativo sulle loro imprese, mentre solo il 7,02% dichiara di non aver subito alcun effetto. Esaminando la riduzione del volume d’affari causata dalla pandemia l’8,7% del campione stima di non avere avuto alcuna riduzione; 3,80% dichiara una percentuale inferiore al 10 per cento; il 37,19% stima una diminuzione tra il 10 ed il 30 per cento; il 33,21% un calo tra il 30 ed il 50 per cento; il 17,00% una riduzione tra il 50 e l’80 per cento.
Per quanto riguarda gli effetti stimati, il 16,89% degli intervistati prevede cancellazione di ordini, mentre il 5,51% dichiara la cancellazione di eventi o di fiere; il 9,30% ipotizza la mancata o ritardata consegna di merce ai clienti; il 68,50% denuncia una riduzione della produzione.
Tra coloro che hanno dichiarato una riduzione della produzione, il 18,98% la stima tra lo zero ed il 10 per cento; il 40,80% tra il 10 ed il 30 per cento; il 30,17% tra il 30 ed il 60 per cento; il 9,11% oltre il 60 per cento; lo 0,95% denuncia una perdita della produzione del 100 per cento.
“Ben il 91,30% degli intervistati – commenta Giorgio Felici presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – dichiara una riduzione del volume d’affari con conseguente calo della produzione e dell’occupazione che sarà ancora più marcato dopo l’estate. La situazione impone una risposta puntuale e soddisfacente sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico, che sono strettamente connessi".


