BRIONA - 03-09-2020 -- Il Gruppo di Polizia Giudiziaria
Ambiente della Procura di Novara ed il Gruppo Carabinieri Forestale di Novara stanno procedendo in queste ore, al sequestro preventivo di un impianto di trattamento di terre e rocce da scavo e rifiuti da demolizione a Briona, frazione Proh.
Il sequestro preventivo, disposto dal gip di Novara, è stato emesso in conseguenza alla contestata illegittimità dell’atto autorizzativo provinciale al trattamento di rifiuti terrosi e da demolizione, di cui è titolare l’azienda stessa. E' stata inoltre accertata la gestione non conforme alla legge di tutto il materiale di scavo e da demolizione edilizia, presente all’interno dell’impianto. La mancata sottoposizione delle terre e dei rifiuti da demolizione ai trattamenti previsti per legge, ne impedisce il loro recupero conforme e non dà alcuna certezza di salubrità del prodotto finito (terre, sabbie e materiale da costruzione e da riempimento).
Per questo motivo viene contestato il reato di discarica abusiva, dovendosi ritenere che le terre ed i materiali depositati siano rifiuto, illecitamente depositato sul sito dell’azienda ed illegalmente smerciato. Per i fatti è stato segnalato all’autorità giudiziaria l’amministratore della società.
Il reato di discarica abusiva, se confermato, oltre all’irrogazione delle previste sanzioni penali, prevede anche l’applicazione del provvedimento di confisca. Pertanto, in caso di condanna, lo Stato acquisirebbe la proprietà dell’area, che dovrebbe essere sanata a spese dell’attuale titolare.
Contestualmente si sta procedendo ad una serie di acquisizioni documentali. Le terre ed i materiali di recupero, infatti, sono stati indirizzati verso diverse opere pubbliche, alcune appena concluse. Tra le più importanti, si cita la tangenziale di Fara Novarese, di prossima apertura.
Sono stati impiegati 20 Carabinieri Forestali, oltre al personale del Gruppo di PG. Ambiente della Procura di Novara. Le province interessate sono, oltre Novara, anche quella di Vercelli, Torino e Trento.
Si sta inoltre procedendo ad acquisire documentazione presso la Provincia di Novara, la Regione Piemonte e presso tre ditte, due della provincia di Vercelli ed una di quella di Novara, che hanno avuto contatti commerciali ed operato acquisizioni/vendite di terre e prodotti di recupero dalla stessa azienda.
"C’è concretamente il rischio che terre/rifiuto siano state immesse nei processi produttivi di opere pubbliche e private - si legge in una nota dei Carabinieri Forestali - L’attività di indagine ulteriore sarà finalizzata a tracciare il più possibile tali terre e materiali, al fine di effettuarne un’attenta caratterizzazione. Ciò è necessario allo scopo di escludere forme di contaminazione ambientale o pericoli per la salute pubblica nonché per la stabilità delle opere infrastrutturali realizzate con materiali privi di idoneità prestazionale. L’indagine proseguirà ulteriormente, sino al completo tracciamento ed alla più puntuale caratterizzazione di tutte le terre fuoriuscite dall’azienda".


