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cinghiale

NOVARESE - 09-10-2020 -- Coldiretti Novara-Vco

chiede il prolungamento del periodo di caccia e potenziare il numero di guardie venatorie contro l'emergenza cinghiali.

“È quanto mai urgente che la Regione prenda seri provvedimenti sulla questione selvatici”, Coldiretti Novara – Vco si unisce all’appello dei rappresentanti regionali dell’organizzazione agricola. “le misure necessarie sono molteplici perché la situazione è ormai insostenibile. In primis, nelle aree dove i cinghiali proliferano in maniera esponenziale, ribadiamo che è strettamente necessaria la presenza dei tutor, che facciano un controllo specifico. Poi, prolungare eccezionalmente il periodo di caccia in forma non selettiva e potenziare il numero di guardie venatorie per l’attività di controllo, fino ad occuparsi concretamente di coordinare il monitoraggio sui territori rispetto all’attuazione della caccia di selezione”. E’ quanto ribadisce Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara - Vco rispetto al proliferare della fauna selvatica, in seguito ancora al grave incidente stradale sull’autostrada A26 che è costato la vita a due giovani. “Prendiamo atto che la Regione si sia fatta portavoce con la Ministra Bellanova della problematica cinghiali, ma la situazione è insostenibile ed urgente per cui serve attuare al più presto misure straordinarie e va accelerato l’iter del decreto legge ministeriale, che aspettiamo ormai da tempo, per modificare la legge in vigore anche alla luce del fatto che la fauna selvatica rientra nel patrimonio dello Stato”.


Solo in Piemonte negli ultimi 6 anni si sono registrati 7.000 incidenti causati dalla fauna selvatica con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno, ma con la tendenza ad aumentare.


“A rischio c’è ormai l’incolumità dei cittadini , oltre ai raccolti dei nostri imprenditori. E non possiamo neanche dimenticare anche le aggressioni ai greggi da parte dei predatori che, dalla montagna, ormai sono scesi nelle aree collinari. Non possiamo permettere che le nostre aree rurali e di montagna si spopolino dopo anni di lavoro e di presidio grazie proprio all’impegno degli agricoltori che mantengono vivi i territori”, conclude Baudo.

 

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