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BORGOMANERO - 11-12-2020 -- Per fronteggiare l’emergenza sanitaria dei mesi scorsi e quella dell’ultimo periodo, l’ASL NO ha attuato un piano di riorganizzazione delle Strutture dell'ospedale SS Trinità di Borgomanero, creando aree di diagnosi e cura a crescente intensità assistenziale e accogliere i pazienti sospetti o positivi COVID-19, distinguendo gli ambienti con caratteristiche organizzativo-strutturali adeguate e le competenze necessarie al trattamento di tali pazienti dalle altre strutture presenti in ospedale.


L’incremento maggiore è avvenuto nelle aree intensive e sub-intensive: in rianimazione si è passati dai 6 letti in ordinario a 25 nella prima ondata e addirittura a 28 nella seconda, con un aumento percentuale del 367%,, il maggiore di tutto il Piemonte.
Anche la sub-intensiva gestita dagli internisti è passata dai 6 posti di questa primavera ai 35 di quest’autunno: in tutto l’Ospedale ha attivato 112 posti per pazienti COVID-19 su un totale di circa 200 posti letto di ricovero ordinario.
Uno sforzo sostenuto da tutte le Strutture che si sono convertite per reggere l’onda d’urto, cercando di continuare a dare risposta anche alle altre patologie, seppure a risorse ridotte.

Nella rianimazione COVID-19, l’assistenza infermieristica è garantita da una unità ogni 2 pazienti mentre é presente un medico ogni 8 pazienti.


“Dal punto di vista medico gestire un malato COVID-19 è estremamente complesso, oltre all’applicazione di protocolli, vi è la continua attenzione a ricercare alterazioni a livello dei diversi distretti colpiti da questa patologia e correggere le complicanze. E’ un lavoro che richiede concentrazione e attenzione – afferma Davide Colombo, Direttore S.C. Anestesia e Rianimazione - di conseguenza anche la correzione e aggiustamento della terapia richiede molto più tempo rispetto a quello normalmente impiegato per un malato in terapia intensiva.   Il personale è stato sottoposto a un carico assistenziale aumentato, legato alle manovre da eseguire e a tutte le problematiche che questi pazienti hanno richiesto. Essere una zona turistica al confine tra laghi, montagne e grandi città ha giocato un ruolo in questa seconda ondata.  Dietro ai numeri di Borgomanero ci sono uomini e donne, padri e madri che da medici, infermieri, operatori socio sanitari, tecnici, si sono rimboccati le maniche e sono stati pronti a sacrificarsi nuovamente: ci sono le paure del contagio, c'è il sentirsi inadeguati, c'è il cercare di fare del proprio meglio con il timore che non basti, c'è la sofferenza per chi non ce la fa, ci sono le ore, i giorni tolti alla famiglia.
Dietro ai numeri di Borgomanero c'è una Direzione che sta supportando i clinici, c'è una medicina trasformata in sub-intensiva, c'è un DEA (Pronto Soccorso) che ha accolto tutti questi pazienti, c'è una dialisi, una radiologia, fisiatri e fisioterapisti e un laboratorio che sostengono tutto questo carico, ci sono medici cardiologi, neurologi, nefrologi, ginecologi pediatri e chirurghi di ogni specialità che si sono messi a disposizione “per fare ciò che va fatto”.


“Per noi operatori sanitari questa pandemia, in pochissimo tempo, ha cambiato il nostro modo di pensare e di lavorare; sono cambiate le necessità. Ci siamo trovati davanti un’emergenza che nessuno di noi poteva anche solo lontanamente immaginare” - afferma Stefano Cusinato, Direttore Dipartimento Emergenza e Accettazione e Direttore S.C. Nefrologia e Dialisi - Soprattutto all’inizio conoscevamo pochissimo su questo nuovo virus, il COVID-19. Per fare questo abbiamo stravolto i nostri reparti creando nuovi posti di rianimazione e di terapia subintensiva, oltre ai tantissimi posti per pazienti COVID-19 più stabili. Abbiamo ottenuto tutto questo con un impegno del Dipartimento di Emergenza e Accettazione veramente importante, ma anche attraverso l’aiuto di tutti gli operatori sanitari di tutte le discipline. Oltre a questo, abbiamo continuato a rispondere alle emergenze di pazienti non COVID-19, garantendo gli interventi in emergenza delle specialità chirurgiche, cardiologiche e dialitiche.  Personalmente devo ringraziare tutti gli operatori che hanno dedicato il loro tempo ai malati, che hanno saputo lavorare in squadra, dimostrando un attaccamento alla professione che è andato ben oltre il dovere istituzionale.
Credo che tutti noi per una volta possiamo essere orgogliosi del nostro piccolo ospedale che ha dimostrato di aver un grande cuore.  Per ultimo voglio sottolineare che ogni giorno, noi medici e  operatori sanitari, ci impegniamo affinché nessuno debba essere lasciato solo e questa volta, attraverso i numerosissimi gesti, l’aiuto e il sostegno che la gente del nostro territorio ci ha offerto, accompagnandoci in questo percorso, siamo riusciti tutti insieme a testimoniare che parole come solidarietà e altruismo hanno ancora un valore immenso".

In questa pandemia l’Ospedale S.s. Trinità di Borgomanero ha giocato un ruolo importante nella Rete Hub and Spoke predisposta dalla Regione Piemonte, confermando che solo attraverso un lavoro di rete è possibile dare risposta alle complesse sfide assistenziali della medicina moderna.

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